Spesso molti soggetti con dipendenza da cocaina, quando cercano di non usare la sostanza, per far fronte all’impulso che li spinge ad utilizzarla, al fine di placare, anche se per poco tempo, l’ansia generata dal contenuto di questa ossessione, tendono ad orientare la compulsione per la droga verso altri comportamenti a loro volta compulsivi.
Molti si dedicano infatti al lavoro o all’attività fisica in modo frenetico, con la convinzione che non avere pause ed essere sempre impegnati sia il modo migliore per non usare cocaina.
Il passaggio da una dipendenza da sostanze ad altre condotte compulsive non porta ad una reale remissione della dipendenza a lungo termine, infatti questa condizione non permette una libera scelta e ha la caratteristica di sfuggire al controllo dell’individuo.
Il cosiddetto “workaholism” è un comportamento patologico di una persona troppo dedita al lavoro e che pone in secondo piano la sua vita sociale e familiare sino a causare danni a sé stessa, al coniuge, ai figli. Questa è un’attività compulsiva spesso attuata dal soggetto che entra in un programma terapeutico, altre volte invece il paziente svolge una attività fisica eccessiva, dove la corsa mattutina, le ore di palestra, i pesi, gli addominali, le flessioni, lo stretching tutti i giorni, in ogni momento libero, riempiono il vuoto delle giornate senza cocaina.
Per contrastare i comportamenti compulsivi, i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a strutturare le loro giornate in modo tale da attribuire alle attività orientate alla remissione del disturbo da uso di cocaina un posto importante nella loro giornata ma da realizzarsi con moderazione. Dovrebbero essere enfatizzate: l’importanza del rilassamento, delle attività ricreative, dell’alimentazione sana, dell’attività fisica pianificate in modo equilibrato, poiché così aumentano la probabilità di mantenere fede al processo di cambiamento.
Tiziana Bussola, psicologa e psicoterapeuta, negli ultimi 25 anni si è occupata della cura di persone con patologie della dipendenza, in particolare di soggetti cocainomani integrati socialmente.
Ha coadiuvato sperimentazioni e ricerche nell'ambito del trattamento ambulatoriale di pazienti con dipendeza da cocaina.
La Relazione OEDT OSSERVATORIO EUROPEO DROGHE del 2012 stima che circa 15 milioni e mezzo di persone abbiano sperimentato cocaina almeno una volta nella vita.
Sono le classiche persone della porta accanto, persone normali con una patologia: la dipendenza da cocaina.